Sorge poco fuori le mura urbane l’imponente chiesa di San Bartolomeo, ascrivibile alla piena età medievale anche se l’attuale aspetto risale al tardo Settecento, secolo in cui la chiesa venne ampliata. Nella chiesa si conserva un notevolissimo trittico marmoreo che presenta, all’interno di una cornice architettonica, le sculture della Madonna...
Sorge poco fuori le mura urbane l’imponente chiesa di San Bartolomeo, ascrivibile alla piena età medievale anche se l’attuale aspetto risale al tardo Settecento, secolo in cui la chiesa venne ampliata. Nella chiesa si conserva un notevolissimo trittico marmoreo che presenta, all’interno di una cornice architettonica, le sculture della Madonna con Bambino tra i Santi Bartolomeo e Giacomo, patroni e protettori del borgo. Nell’ordine superiore è posta la Pietà, con l’Addolorata tra Maria di Cleofa e Maria Maddalena e ai lati l’Annunciazione, con le figure dell’arcangelo Gabriele e di Maria entro tondi; la composizione culmina con Dio Padre benedicente, mentre nella predella sono posti i bassorilievi della Natività (al centro) e del martirio di San Bartolomeo e di San Giacomo sotto le relative statue. Nelle altre formelle in corrispondenza delle paraste sono raffigurati i Santi Pietro e Paolo e in quelle di estremità i committenti in preghiera; per via degli emblemi araldici dei Ventimiglia e dei Moncada inseriti tra la decorazione delle paraste, essi vanno verosimilmente identificati con il marchese Giovanni II e la moglie, Elisabetta Moncada e La Grua. Il retablo è stato riferito alla bottega del maestro Antonello Gagini (1478-1536), appartenente alla seconda generazione della corrente artistica lombardo-ticinese dei Gagini, con l’apporto dei figli Giacomo, Fazio e Vincenzo e la sua datazione va circoscritta agli anni 1527-1542.