Scultura lignea policroma raffigurante San Michele Arcangelo che incatena il demonio.
Restaurato nel 2000.
Attribuito alla cerchia di scultori fiorentini della famiglia NIGETTI; potrebbe trattarsi dell’opera di Dionigi che realizzò a Firenze il ciborio ligneo per l’altare maggiore di Santa Croce, su progetto di...
Scultura lignea policroma raffigurante San Michele Arcangelo che incatena il demonio.
Restaurato nel 2000.
Attribuito alla cerchia di scultori fiorentini della famiglia NIGETTI; potrebbe trattarsi dell’opera di Dionigi che realizzò a Firenze il ciborio ligneo per l’altare maggiore di Santa Croce, su progetto di Giorgio Vasari. All’ambito vasariano riconduce la figura del diavolo dall’atteggiamento scomposto (sta infatti mordendosi rabbiosamente una mano mostrando il suo disappunto per essere stato incatenato) modello iconografico a noi noto attraverso un’incisione che Diana Scultori realizzò su disegno di Vasari oggi conservata presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze. Tra tradizione classica e stile manierista, lo scultore realizza un’opera di grande interesse facendo riferimento all’Apocalisse 20 di Giovanni che ricorda come il dragone/demonio venne incatenato per mille anni dall’arcangelo Michele.
L’opera è stata studiata e pubblicata dalla Storica dell’Arte Alberta Piroci Branciaroli e gli approfondimenti di cui sopra sono frutto di ricerche innovative che in primis sono da riconoscere alla sottoscritta.
La scultura lignea è stata studiata per la Mostra Il Seicento in Casentino del 2001.