Assteas, Cratere, IV secolo a.C., Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino.
Il Cratere di Assteas, considerato uno dei vasi-crateri grecizzanti più belli del mondo antico, venne realizzato nel IV secolo a.C. da Assteas, rinomato ceramografo greco antico attivo a Paestum,
Assteas, Cratere, IV secolo a.C., Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino.
Il Cratere di Assteas, considerato uno dei vasi-crateri grecizzanti più belli del mondo antico, venne realizzato nel IV secolo a.C. da Assteas, rinomato ceramografo greco antico attivo a Paestum, uno dei pochi ceramografi delle colonie greche il cui nome è giunto fino a noi.
La sua opera più famosa è il cratere che riproduce il ratto di Europa: l’immagine mostra Giove tramutato in toro al galoppo tra le onde ed Europa, atterrita, che si regge alle sue corna. Il mare che i due protagonisti del mito stanno attraversando è rappresentato da Scilla e Tritone fra vari esseri marini. Intorno al capo di Europa svolazza Pothos, allegoria del desiderio erotico, mentre sparge profumi con un ramo da una coppetta che regge nella mano. Nella parte alta della scena troviamo due sezioni triangolari, ciascuna con tre personaggi: a sinistra Zeus (in forma antropomorfa), la personificazione di Creta ed Hermes, il dio protettore dei viaggiatori; a destra compaiono invece Eros, Adone e Afrodite, figure a vario titolo legate alla tematica erotica. Le figure sono facilmente riconoscibili grazie ai nomi graffiti accanto a ciascuna di esse.
Il vaso è stato al centro di un vero e proprio giallo internazionale. Inizialmente trafugato da uno scavo aperto da un operaio edile nel territorio di Sant’Agata de’ Goti negli anni Settanta, dopo vari viaggi arrivò presso il Getty Museum, dove venne esposto dal 1981 al 2005. Al termine dello stesso anno tornò in Italia, a seguito di lunghe e complesse indagini del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.