Il gruppo scultoreo di Ulisse che acceca Polifemo è un’opera in marmo realizzata dagli scultori Agesandro, Atenodoro e Polidoro (gli stessi scultori citati da Plinio il Vecchio come autori del gruppo scultoreo del famoso Laocoonte dei Musei Vaticani), databile al I secolo a.C. circa, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga. Il gruppo scultoreo fu ritrovato, purtroppo frammentario, nel 1957 in una grotta nella villa di Tiberio a Sperlonga. Il gruppo scultoreo è di dimensioni colossali e rappresenta il gigante ebbro e sdraiato su una roccia, circondato dai suoi aggressori, che si muovono con circospezione. Ulisse si trova più in alto ed è vicino alla testa del ciclope per assicurarsi che la punta incandescente del palo, retto da due compagni più in basso, colpisca esattamente l’occhio. Un terzo compagno, meglio conservato, assiste alla scena alzando il braccio in segno di paura, mentre l’altra mano regge l’otre col vino con il quale è stato fatto ubriacare il gigante. Come nel gruppo del Laocoonte dei Musei Vaticani i corpi assumono pose pluridirezionali e in torsione, che si slanciano nello spazio. Il modellato del nudo mostra una consumata abilità esecutiva degli scultori. La mimica dei personaggi dà una resa psicologica caricata, quasi teatrale, come tipico nelle opere del cosiddetto “barocco ellenistico”.