Classificazione: Istallazione ambientale variabile
L’installazione presenta un gruppo di uccelli di diverse specie, Germani Reali, Cicogne dall’apertura alare di oltre un metro, Aquile, Falchi ed alcuni di specie non esistenti, ognuno costruito da un unico blocco di scintillante alluminio; qualche soggetto è arricchito con occhi di bambola azzurri o grigi e con folte ciglia mobili. Ogni volatile rimane sospeso in aria e a testa in giù imbracato da funi di nylon rosse o nere che precipitano da un’enorme griglia appesa al soffitto a sorreggere l’intera struttura dall’alto. Nata come istallazione temporanea ed esposta per la prima volta a Milano, poi a Volterra, Bologna, Ancona, a Recanati e in Giappone, infine loca permanentemente ad Offagna, grazie all’impegno della Provincia e all’aiuto fondamentale della Banca Popolare di Ancona, quest’opera del Trubbiani è la perfetta metafora della violenza, della prevaricazione e della sofferenza umana zoomorfizzata nei soggetti di questo impianto scultoreo. «Grappoli di volatili appesi, in attesa d’un improbabile volo. Sussulti e oscillazioni della vita e delle “morte stagioni” che non hanno barriere né conclusioni, ma “interminati spazi e sovrumani silenzi”». Con queste parole lo stesso artista, rinomato scrittore oltre che scultore, racconta la sua opera pregna di significato. L’installazione si trova al Museo di Scienze Naturali “L. Paolucci” di Offagna, per quest’ultimo concepita ad hoc in una veste totalmente nuova, ed ivi collocata in occasione dell’inaugurazione del plesso il 28 Settembre 1996. «Mi pare funzioni questo abbinamento, in un museo scientifico ottocentesco, e se vogliamo, un po’ malinconico per la sua vocazione, tra creature della natura mummificate da una sofisticata conservazione e, all’ingresso, creature della natura mummificate dall’arte. Insomma uno scontro tra scienza ed arte… ».