Questo pregevole affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino del XV secolo si trova sopra l'altare seicentesco della piccola chiesa quattrocentesca (forse all’origine un semplice oratorio) di Santa Maria di Costantinopoli, nel centro storico di Scanno. La Madonna ha il Bambino sulle ginocchia e siede su un imponente trono...
Questo pregevole affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino del XV secolo si trova sopra l’altare seicentesco della piccola chiesa quattrocentesca (forse all’origine un semplice oratorio) di Santa Maria di Costantinopoli, nel centro storico di Scanno. La Madonna ha il Bambino sulle ginocchia e siede su un imponente trono che occupa il centro della scena. Alle spalle della Vergine si nota un prezioso drappo damascato con decorazioni floreali in oro. Risalta la delicata ed aggraziata figura della Vergine a mani giunte, in una veste di color rosso scuro e un manto blu-violaceo, con i biondi capelli raccolti in un candido velo e il capo cinto da una aureola dorata. L’impressione generale è quella di un dipinto di ottima fattura e qualità figurativa. L’eterea bellezza della Madonna, il suo viso dolce e luminoso, il candore dell’incarnato e del velo sono esaltati dall’oro che brilla sull’aureola e sullo schienale damascato. Sul lato destro, nella parte superiore dell’affresco, la scritta “De Ciollis 1418” indica forse il committente, la ricca famiglia scannese De Ciollis (o “Di Ciollo”) di cui la chiesetta poteva essere la cappella privala. La data è probabilmente un errore di trascrizione perché i caratteri stilistici dell’opera sono tipici della seconda metà del Quattrocento. Si ipotizza pertanto che vi sia stato uno scambio di cifra e che l’anno di realizzazione sia il 1478 (si ha notizia di un notaio Marinus de Ciollo che rogò un testamento nel 1483). E’ stato proposto di identificare il pittore con l’anonimo artista convenzionalmente chiamato “Maestro di Caramanico”, lo stesso che avrebbe dipinto il medesimo soggetto della Madonna con Bambino nella chiesa della Madonna degli Angeli di Bugnara, purtroppo molto rovinato.