Irsina custodisce nella propria cattedrale un tesoro, un capolavoro assoluto della scultura italiana di metà Quattrocento: la bellissima statua policroma della Santa martire Eufemia, attribuita dagli studiosi ad Andrea Mantegna. L’opera, rara testimonianza dell’attività scultorea dell’artista rinascimentale, fa parte di una donazione giunta in Basilicata da Padova nel 1454 grazie...
Irsina custodisce nella propria cattedrale un tesoro, un capolavoro assoluto della scultura italiana di metà Quattrocento: la bellissima statua policroma della Santa martire Eufemia, attribuita dagli studiosi ad Andrea Mantegna. L’opera, rara testimonianza dell’attività scultorea dell’artista rinascimentale, fa parte di una donazione giunta in Basilicata da Padova nel 1454 grazie al committente Roberto de Mabilia, presbitero della chiesa di San Daniele e originario di Irsina, città che aveva allora un vescovo e una cattedrale. La santa, fiera e dolce nello sguardo, è rappresentata morsa da un leone, questo perché la leggenda narra che il supplizio cui venne sottoposta la giovane martire fu particolarmente atroce: rimasta illesa dopo essere stata gettata nel fuoco e data in pasto a belve feroci, fu passata a fil di spada. Gli attributi che permettono la sua identificazione sono dunque il leone o l’orso, e la spada, magari confitta nel petto.