Nel comune di Orta San Giulio, piccolo borgo situato sulla sponda orientale del Lago d’Orta, sorge uno dei nove Sacri Monti alpini. I Sacri Monti sono percorsi devozionali costituiti da una serie di cappelle entro le quali vengono presentate storie di Cristo, della Madonna e dei Santi. Quello di Orta,...
Nel comune di Orta San Giulio, piccolo borgo situato sulla sponda orientale del Lago d’Orta, sorge uno dei nove Sacri Monti alpini. I Sacri Monti sono percorsi devozionali costituiti da una serie di cappelle entro le quali vengono presentate storie di Cristo, della Madonna e dei Santi. Quello di Orta, il solo dedicato a San Francesco, fu eretto su progetto del padre cappuccino Cleto da Castelletto Ticino a partire dal 1590. Le opere furono realizzate fino al 1785 da importanti artisti, per lo più in forme rinascimentali, barocche e rococò. Le cappelle che lo compongono raffigurano episodi della vita e dei miracoli di San Francesco d’Assisi. In coerenza con l’idea, comune a tutti i Sacri Monti, di offrire una rappresentazione teatrale degli eventi, all’interno delle 21 cappelle, collegate tra loro da silenziosi sentieri nel bosco, si trovano la bellezza di 376 statue di terracotta dipinta a grandezza naturale e circa 900 affreschi raffiguranti episodi della vita del santo che fanno da sfondo ai gruppi statuari. Importanti artisti vennero impiegati per la realizzazione del santuario: vi lavorarono lo scultore milanese Cristoforo Prestinari (1573-1623), statuario presso il Duomo di Milano, il valsesiano Giovanni d’Enrico (1559-1644), attivo anche a Varallo e Oropa e, per gli affreschi, i fratelli della Rovere, detti i Fiammenghini, Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone (1573-1626), Antonio Maria Crespi (1580-1630) e artisti locali. Dal 1660 circa lo scultore milanese Dionigi Bussola (1615-1687), attivo anche a Domodossola, Varese e Varallo, introdusse un linguaggio vivace, mosso e teatrale ormai di gusto barocco, mentre i pittori Stefano Maria Legnani (1661-1713) e Giovanni Battista Cantalupi (1732-1780) portarono al Monte il nuovo gusto rococò a partire dall’ultimo scorcio del Seicento. Infine, a partire dalla prima metà del Settecento, vi lavorarono tre artisti di origine lombarda: lo scultore Carlo Beretta (1690-1765) e il pittore Federico Ferrario (1714-1802).