Madonna degli Angeli musicanti, Fra’ Diego da Careri, Chiesa e convento di Santa Maria degli Angeli, 1640-1644.
Il convento dei Padri Francescani Minori di Badolato sorge in località San Rocco, su una collina che guarda da nord il paese. È stato...
Madonna degli Angeli musicanti, Fra’ Diego da Careri, Chiesa e convento di Santa Maria degli Angeli, 1640-1644.
Il convento dei Padri Francescani Minori di Badolato sorge in località San Rocco, su una collina che guarda da nord il paese. È stato voluto dal popolo del borgo che, nel 1602, riunito in parlamento ne ha fatto richiesta ai Superiori dell’Ordine francescano. La costruzione dell’edificio venne avviata negli anni immediatamente successivi con il lavoro del popolo e con i soldi delle famiglie benestanti del paese che si sono autotassate allo scopo. L’immobile, realizzato a più riprese nel corso dei secoli, è uno dei più grandi conventi di Calabria, e forse l’unico a due chiostri.
La chiesa annessa al convento di Santa Maria degli Angeli conserva al suo interno interessantissime opere d’arte, di indubbia bellezza e pregio. Fra tutte spicca il gruppo ligneo della Madonna degli angeli musicanti tra i santi Francesco d’Assisi e Ludovico di Tolosa, uno degli episodi più significativi della cultura figurativa barocca in Calabria.
Interessante aneddoto, il gruppo scultoreo è legato alla leggenda di due giovenche che per volere della Madonna avrebbero avuto la forza di portare dalla montagna un grosso tronco, impresa che parecchie paia di buoi non erano riuscite a portare a termine. Da quel tronco, indicato nel sogno dalla Madonna, fra’ Diego da Careri ha tratto la bella statua tra il 1640 e il 1644. In quest’opera di Fra’ Diego trova espressione tutta la maestria e l’esuberanza decorativa di questo artista francescano nato nel 1606 a Careri, un piccolo centro del reggino nei pressi di Gerace. Il gruppo scultoreo comprende due elementi, uno verticale e l’altro orizzontale: il primo è composto da un gruppo di serafini e cherubini che sorreggono la Vergine col Bambino in apoteosi. Il secondo è formato da una doppia schiera di angeli musicanti, dotati di strumenti tipici del periodo barocco, e angeli cerifori, ovvero portatori di candelabri. La macchina d’altare, di notevole complessità tecnica e compositiva, è fiancheggiata da due coppie di colonne d’ordine corinzio dai fusti riccamente decorati con motivi floreali policromi; decorazione e policromia che ritroviamo anche nella trabeazione e nel frontone sorretti dalle colonne. Al complesso si accompagnano le estatiche figure di San Francesco d’Assisi e San Ludovico di Tolosa, collocate ai lati del gruppo con la Vergine, il Bambino e gli angeli. Un armonico gioco di sguardi carichi di meraviglia mette in correlazione le molteplici figure della scena che, nella loro fulgida policromia, concorrono alla celebrazione del mistero della sacra maternità di Maria, mentre lo splendore della patina aurea che ricopre vesti dai ricchi e movimentati panneggi, angeliche ali e capelli, richiama l’essenza divina del soggetto rappresentato. Ed è proprio l’oro (si tratta di uno strato di foglia d’oro zecchino) alla base del cosiddetto estofado, la tecnica di policromia applicata alla superficie lignea delle statue per imitare le stoffe pregiate; una tecnica nata con l’arte gotica ma molto utilizzata nell’arte barocca spagnola e dalla Spagna esportata in vari luoghi, tra cui il Sud Italia.