La chiesa della Madonna dello Schiavo, edificio sacro in stile neoclassico, accoglie la statua lignea venerata dai tabarchini, simbolo di fede e unione solidale della comunità.
La storia di questa Madonnina, verosimilmente la polena di una nave, è ricca di fascino. Il 3 settembre...
La chiesa della Madonna dello Schiavo, edificio sacro in stile neoclassico, accoglie la statua lignea venerata dai tabarchini, simbolo di fede e unione solidale della comunità.
La storia di questa Madonnina, verosimilmente la polena di una nave, è ricca di fascino. Il 3 settembre del 1798 tre navi corsare algerine sbarcarono nel porto dell’isola e, con una feroce incursione la metà della popolazione, quasi un migliaio di abitanti, furono catturati e tenuti schiavi a Tunisi. Si racconta che un giovane carlofortino catturato, Nicola Moretto trovò, il 15 novembre 1800, a Nabel, presso Tunisi, una polena tra due alberi, uno di limone e uno di datteri, e che per lui tale visione fu come un segno premonitore. La nascose e l’affidò poi al prete Don Nicolò Segni, con l’intento di riportarla in patria, una volta liberi. Questa immagine portò conforto e costituì fatto di coesione, dando origine al culto della “Madonna dello Schiavo” quale protettrice dei tabarchini.
La schiavitù terminò nel 1803, grazie anche all’intervento di alcuni sovrani, tra cui re Carlo Emanuele IV di Savoia, Napoleone e persino del Pontefice di allora, che intervennero presso il Bay di Tunisi, per riscattare la comunità. Al momento della liberazione la piccola statua della Madonna fu portata anch’essa a Carloforte e per accoglierla fu edificata l’omonima chiesa della Madonna dello Schiavo, la cui costruzione iniziò il 15 ottobre 1807 e venne completata, dopo varie interruzioni, nel 1815.