Simone Martini, San Ladislao d’Ungheria, 1326-28 circa, Museo civico di Altomonte
Riconosciuta come di mano di Simone Martini dagli studiosi, la preziosa tavola lignea lavorata a cuspide si colloca nella fase matura dell’artista. Verosimilmente commissionata da Filippo Sangineto, feudatario di...
Simone Martini, San Ladislao d’Ungheria, 1326-28 circa, Museo civico di Altomonte
Riconosciuta come di mano di Simone Martini dagli studiosi, la preziosa tavola lignea lavorata a cuspide si colloca nella fase matura dell’artista. Verosimilmente commissionata da Filippo Sangineto, feudatario di Altomonte legato alla corte angioina di Napoli, durante la sua permanenza in Toscana (1326-28) al seguito del duca Carlo di Calabria. È importante far notare che non a caso è omaggiato un santo ungherese, la casata dei d’Angiò di Napoli era infatti imparentata con quella dei re santi d’Ungheria. L’opera del Martini è espressione del gusto di un potere signorile colto e raffinato. L’elegante figura di San Ladislao d’Ungheria, raffigurata con le insegne regali, è in posizione frontale, su fondo d’oro, inserito in arco acuto e posto su piedistallo poligonale.