La cittadina di Sabbioneta, costruita in base ai principi umanistici della città ideale, ospita al suo interno diversi monumenti, fra questi spicca Palazzo Giardino (1578-88), villa suburbana di Vespasiano Gonzaga Colonna (1531-1591), un luogo di delizie in cui il principe si ritirava per trovare sollievo dagli impegni di governo. Qui...
La cittadina di Sabbioneta, costruita in base ai principi umanistici della città ideale, ospita al suo interno diversi monumenti, fra questi spicca Palazzo Giardino (1578-88), villa suburbana di Vespasiano Gonzaga Colonna (1531-1591), un luogo di delizie in cui il principe si ritirava per trovare sollievo dagli impegni di governo. Qui più che altrove traspaiono i colti gusti del duca e in particolare l’interesse per l’antichità classica e l’ideale umanistico. Nelle sale del piano nobile si dispiega la cultura letteraria di Vespasiano, fissata su parete dal cremonese Bernardino Campi (1522-1591), fra i più importanti esponenti del Manierismo nell’Italia settentrionale. Fra le tante sale meravigliosamente affrescate, uno dei più preziosi ambienti del palazzo è lo studiolo o saletta di Enea. Sulle pareti sono raffigurati otto episodi tratti dall’Eneide, dipinti nel 1585. La volta semisferica è suddivisa in diversi scomparti da un’elaborata cornice in stucco. Nei cinque ottagoni Bernardino Campi dipinge putti recanti gli attributi di alcune divinità. Negli scomparti minori affresca animali esotici, figure ibride e uccelli. Nella descrizione minuziosa e dettagliata degli animali, si ritrova il gusto fiammingo così caro a Vespasiano, grande collezionista di dipinti di gusto nordico. Gli ovali in stucco della volta raffigurano le quattro Virtù cardinali (Giustizia, Fortezza, Prudenza, Temperanza). Alla base del cupolino si alternano formelle con personificazioni di fiumi.