La Pala del Perdono conosciuta anche come “Il Perdono di Carlo Gesualdo”, è un’opera eseguita con olio su tela dal pittore fiorentino Giovanni Balducci (1560-1631), realizzata nel 1609 su incarico di Carlo Gesualdo, principe di Venosa, musicista e noto compositore di madrigali.
Il dipinto è conservato sopra l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Gesualdo.
L’affascinante personalità del principe Carlo Gesualdo è ben conosciuta per fatti di sangue. Egli fu autore del duplice omicidio della moglie adultera Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio II Carafa colti in flagrante adulterio.
La Pala del Perdono rappresenta una testimonianza unica nel campo della pittura religiosa campana ed è insita nella devozione del principe compositore Carlo Gesualdo nei confronti di Cristo. Il dipinto serviva e serve ancora per adornare l’altare maggiore della cappella privata della famiglia Gesualdo. La figura di Cristo domina nella parte alta del dipinto, al cui fianco destro v’è la Vergine Maria e al sinistro San Michele Arcangelo. Completano la sacra visione i santi Francesco e Domenico, Maria Maddalena e Caterina da Siena. Nella tela spicca, in basso a sinistra, l’immagine del principe Carlo Gesualdo con le mani congiunte in atto di preghiera. Al suo fianco lo zio cardinale Carlo Borromeo, già proclamato beato e fatto santo nel 1610. Carlo Gesualdo rivolge con pentimento la richiesta di perdono per i suoi peccati. Di fronte al principe v’è la seconda moglie Eleonora d’Este in atto di preghiera, al centro è rappresentato con le ali di un angelo, il piccolo Alfonsino, morto in tenera età. Infine, in basso al centro, la rappresentazione delle anime dannate che bruciano nelle fiamme dell’inferno.
Il restauro del dipinto è terminato nel 2004, ed è stato riportato allo splendore originale.