Nonostante l’aspetto da tipica chiesetta votiva campestre, quella intitolata all’evangelista Marco è considerata la più antica sede cultuale del territorio trivignanese e risalirebbe al XIII-XIV secolo, sebbene l’attuale aspetto sia almeno in parte l’esito di rimaneggiamenti successivi, soprattutto cinquecenteschi. Ubicato presso un sito frequentato almeno dall’età romana, nelle...
Nonostante l’aspetto da tipica chiesetta votiva campestre, quella intitolata all’evangelista Marco è considerata la più antica sede cultuale del territorio trivignanese e risalirebbe al XIII-XIV secolo, sebbene l’attuale aspetto sia almeno in parte l’esito di rimaneggiamenti successivi, soprattutto cinquecenteschi. Ubicato presso un sito frequentato almeno dall’età romana, nelle vicinanze di un villaggio sorto lungo il tracciato di un’antica arteria di collegamento fra Aquileia e Cividale, il sacro edificio è oggi accessibile – a est dell’odierno borgo rurale di Clauiano – attraversando l’esiguo portale che si apre nella spessa parete della sobria facciata a capanna, incorniciato dallo stretto arco ogivale che fa da base all’insolito campaniletto a vela oblunga addossato alla facciata stessa, che è poi completata da due finestrelle riquadrate laterali chiuse da grate in ferro battuto.
A seguito del restauro generale dell’edificio, che ha riportato alla vista la tessitura muraria in pietre e ciottoli di fiume, dal 1996 l’interno a unica navata rettangolare presenta notevoli tracce di affreschi trecenteschi: soprattutto resti delle figure di alcuni Apostoli, di una Madonna in trono con Bambino e dei simboli degli Evangelisti, riemersi sulla parete interna dell’abside semicircolare costruita a ridosso del muro est, da cui sporge esternamente in maniera netta verso il Torre.
Gli Apostoli vestono con delle tuniche colorate a maniche lunghe ed orlate da una semplice passamaneria e portano il mantello di un diverso colore; sono aureolati ed impartiscono la benedizione secondo il rito latino, guardandosi; sono racchiusi in nicchie decorate con motivi sullo sfondo policromo.
In particolare, la figura di San Tommaso è l’unica che si è mantenuta quasi integra : con la mano sinistra benedice e con l’altra tiene un libro. Di San Taddeo invece si ammira solo il busto ed anch’egli appare nell’atto di benedire.
La decorazione delle pareti dell’arco trionfale presenta vari strati di pitture. Purtroppo, i frammenti leggibili consentono di giungere a considerazioni molto generali circa la datazione, le maestranze e lo stile. Per quanto concerne il pittore, pare ancora legato a schemi e maniere bizantine, attenuate comunque dagli influssi della cultura pittorica romanica settentrionale. Si potrebbero datare intorno alla seconda metà del Trecento.