L’Urna di San Paolino, conservata nell’omonimo santuario, è stata realizzata per custodire le reliquie di quattro santi: San Paolino, Sant’Archileone, San Damiano e San Pietro martire. Si tratta di una cassa in legno rivestita da una lamina d’argento decorata da fregi lavorata a sbalzo e bulino, con aggiunta di decori...
L’Urna di San Paolino, conservata nell’omonimo santuario, è stata realizzata per custodire le reliquie di quattro santi: San Paolino, Sant’Archileone, San Damiano e San Pietro martire. Si tratta di una cassa in legno rivestita da una lamina d’argento decorata da fregi lavorata a sbalzo e bulino, con aggiunta di decori in oro. Il coperchio a schiena d’asino è ornato da tante piccole teste di cherubino dorate. Nella parte centrale tutt’intorno all’urna, si vedono in rilievo 24 figure, raffiguranti San Paolino, Sant’Onofrio, la Vergine con il Bambino, Gesù con gli Apostoli ed altri Santi. Nella base, infine, la cassa reca la data 1498 in numeri romani. L’autore di questa pregevole opera di oreficeria è sconosciuto; si pensa che possa trattarsi di un’artista siciliano del tratto orientale dell’isola dove il senso classico, di cui l’opera è intrisa, non venne mai a mancare. L’urna fu fatta realizzare nel 1498 dalla nobile famiglia Pujades, di origine spagnola, di cui porta inciso lo stemma: un mezzo giglio orlato d’oro e campeggiato di stelle. Prima della costruzione dell’urna, le sacre reliquie erano custodite in un cassonetto di stagno di Fiandra, ricoperto all’ esterno da una cassa di noce finemente lavorata. La traslazione delle reliquie nella nuova urna avvenne il martedì dopo Pasqua dell’anno 1498 e da allora la festa di San Paolino si celebra sempre il martedì dopo Pasqua di ogni anno, con una solenne processione che dal santuario arriva in paese sino alla chiesa di Sant’Agata. L’urna insieme a quella di Sant’Onofrio e alla statua di San Paolino, viene portata in processione a spalla. Il corteo è accompagnato dalle Confraternite e dalla banda musicale. Le urne rimangono nella chiesa di Sant’Agata fino alla domenica successiva e nel pomeriggio vengono riportate sul monte.