Andrea Michieli, detto il Vicentino, Madonna della misericordia incoronata dalla Trinità, 1607, Chiesa di San Silvestro.
Nella chiesa di San Silvestro, situata nel cuore di Monte Grimano Terme, si conserva la splendida Madonna della misericordia incoronata dalla Trinità Andrea Michieli, detto il Vicentino, Madonna della misericordia incoronata dalla Trinità, 1607, Chiesa di San Silvestro. Nella chiesa di San Silvestro, situata nel cuore di Monte Grimano Terme, si conserva la splendida Madonna della misericordia incoronata dalla Trinità, pala d’altare che, come indica dalla scritta apposta sul gradino più alto del basamento, venne eseguita nel 1607 per volontà di Tebaldo Cumano. Sede originaria dell’opera era la chiesetta votiva della Madonna delle Grazie, che sorge appena al di fuori delle mura del paese. Secondo la tradizione popolare, Cumano – nobiluomo a capo delle milizie del Duca di Urbino – commissionò la costruzione di questo piccolo oratorio e la realizzazione del dipinto in segno di riconoscenza verso la Vergine per averlo salvato da un’imboscata tesa dalle truppe riminesi. Il capitano sarebbe, infatti, sfuggito ai nemici grazie a un’impenetrabile nebbia alzatasi all’improvviso nei pressi di Monte Grimano, dove si era rifugiato. Sulla base di questo racconto, l’uomo inginocchiato in primo piano sotto il manto della Vergine sarebbe identificabile con lo stesso Cumano, mentre la donna alla sua destra con la moglie. Si discosta sensibilmente da tale leggenda, la testimonianza ottocentesca di Francesco Massajoli che, nelle Memorie dell’antico Castello di Monte Grimano e sue pertinenze, scrive: “a brevi passi fuor dalle mura di M.te Grimano a sinistra della strada che conduce a Meleto, esisteva una Maestade o Celletta dedicata alla Vergine delle Grazie. Quivi è antica tradizione che il Duca Guidublado I da M.te Feltro orasse brevi istanti nel suo passaggio per S. Leo ove avea divisato recarsi per sfuggire al Borgia, dalle cui genti era inseguito. […] Ritornato il Duca in possesso del proprio Stato, […] ordinò che a luogo d’una Cella si erigesse una picciola Chiesuola che d’allora fu intitolata delle Grazie, ed ove poi Tebaldo Cumano di M.te Grimano fatto fare un quadro rappresentate la Vergine che copre col suo manto il Duca e famiglia,”. Dal momento che i fatti menzionati da Massajoli, ovvero la guerra tra Cesare Borgia e Guidubaldo, risalgono all’inizio del Cinquecento, con l’esecuzione della pala, Cumano rievocava e commemorava un episodio del passato cruciale per le sorti del Ducato di Urbino e, dunque, della stessa Monte Grimano. Per quanto riguarda la questione attributiva, l’opera, che si caratterizza per la ricchezza dei passaggi cromatici e per il vibrante luminismo, è da ricondurre – come notato da Alessandro Marchi – alla mano di un maestro di ambito veneziano, vicino al Tintoretto; convincente appare la proposta avanzata nel 2005 da Andrea Paiai di ascriverne l’esecuzione ad Andrea Michieli, detto il Vicentino (1542-1617), pittore attivo nella città lagunare tra la seconda metà del Cinquecento e i primi due decenni del secolo successivo.