Orazio De Ferrari, Incredulità di San Tommaso, prima metà XVII secolo, Chiesa di San Martino
Tommaso era assente quando Gesù apparve per la prima volta ai discepoli dopo la sua morte mostrando loro le piaghe. Quando gli fu riferita la sua...
Orazio De Ferrari, Incredulità di San Tommaso, prima metà XVII secolo, Chiesa di San Martino
Tommaso era assente quando Gesù apparve per la prima volta ai discepoli dopo la sua morte mostrando loro le piaghe. Quando gli fu riferita la sua venuta, egli non volle credervi e disse: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi […] e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo, Cristo riapparve ai discepoli e Tommaso era con loro; allora Gesù gli disse: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
Orazio De Ferrari (1606-1657), fra i maggiori esponenti del barocco genovese, raffigura Tommaso nell’atto di mettere il dito nella piaga del costato di Cristo mentre altri tre apostoli assistono. Nell’opera del pittore si nota un accostamento al colorismo di Rubens e Van Dick, ma anche un acceso naturalismo dovuto all’influenza proveniente da Simon Vouet e Orazio Gentileschi, pittori caravaggeschi operanti in quel periodo a Genova.