Questo soggetto iconografico, l’Incontro dei tre vivi con i tre morti, ha avuto una discreta diffusione in Italia e nei Paesi dell’Europa centrale. Nell’affresco di Bosa, i tre vivi sono tre giovani principi. La loro nobiltà è rivelata dalle corone sul capo, dalle capigliature curate e raccolte nelle cuffie, dagli...
Questo soggetto iconografico, l’Incontro dei tre vivi con i tre morti, ha avuto una discreta diffusione in Italia e nei Paesi dell’Europa centrale. Nell’affresco di Bosa, i tre vivi sono tre giovani principi. La loro nobiltà è rivelata dalle corone sul capo, dalle capigliature curate e raccolte nelle cuffie, dagli eleganti mantelli bordati d’ermellino. Il falco che artiglia il guanto del primo giovane rivela subito che i tre regali rampolli si stanno dedicando a un classico passatempo nobiliare, la caccia. La scena si svolge all’aperto, forse in un bosco data la presenza degli alberi sullo sfondo. I tre vivi si trovano davanti a tre sepolcri aperti; al loro interno ci sono tre morti, che si trovano in tre diverse fasi di decomposizione. Il primo defunto ha ancora il corpo e gli abiti integri. Il secondo mostra l’avanzato stato di putrefazione, il corpo lacerato e gli organi interni visibili. Il terzo defunto si mostra ormai privo delle carni, scheletrico. L’incontro è mediato dalla figura del santo eremita Macario che, rivestito degli abiti monacali e con il bastone del tau, si inserisce nella scena, indica i morti ai vivi e spiega il senso moraleggiante della visione, riassunta nella scritta ammonitrice: “quel che voi siete noi fummo; noi siamo quel che voi sarete”.