La tela raffigura il martirio degli apostoli Simone Cananeo e Giuda Taddeo, i quali, secondo la tradizione cristiana, furono inviati ad evangelizzare la Mesopotamia e la Persia, e subirono insieme il martirio per mano dei soldati romani. In primo piano, a sinistra, sta per avere luogo il terribile supplizio di San Simone che, secondo la Legenda aurea, lo uccisero segandolo in due. Su un piano leggermente arretrato, San Giuda è gettato a terra con violenza da due soldati romani, che stanno per colpirlo con le loro lame, mentre il Martire a terra rivolge loro uno sguardo di supplica e poggia la mano sinistra sopra il libro aperto delle Sacre Scritture. Intanto in cielo, tra dense nubi, tre angeli porgono ai santi i tradizionali simboli del martirio: una corona d’alloro e un ramo di palma. Il dipinto presenta un forte gioco chiaroscurale generato dalla fonte di luce proveniente dall’alto, sulla destra. L’opera si colloca nell’ultima fase di attività del pittore Giovan Francesco Guerrieri (1589-1657) quando è forte l’influenza di un naturalismo di marca caravaggesca e la politica di immagine della chiesa della Controriforma.